Il complesso della Centrale termoelettrica del Porto costituisce una delle ultime testimonianze del passato industriale che ha caratterizzato la storia della città di Genova. La Centrale, costruita dalla Società Anonima CONSORZIO CENTRALI TERMICHE (CONCENTER) nel 1929 per favorire lo sviluppo delle attività industriali e portuali della Grande Genova, una città in forte espansione, si trova all’interno del porto, sotto la Lanterna, alla radice dei moli San Giorgio e Idroscalo. Rilevata nel 1934 dalla Edison, e successivamente del Gruppo Edison Volta, con la nazionalizzazione del 1962 passa a ENEL.
Il carbone necessario al funzionamento della centrale veniva rifornito via mare mediante navi e chiatte da cui veniva trasportato alla sommità della copertura, dove era posizionato il Bunker. Il complesso originario tuttora conservato, costituito da corpi di fabbrica di diverse altezze, affiancati, con struttura in pilastri e travi reticolari di ferro chiodato e tamponamenti in mattone, è stato, negli anni, progressivamente ampliato e adeguato allo sviluppo della città, delle attività industriali, e alle normative vigenti. L’impianto rimane perfettamente funzionante fino al 2016 e alla definitiva chiusura nel 2017, A seguito della dismissione, la sua conservazione era fortemente a rischio: la sua posizione, all’interno dell’area portuale, lo rende di grande interesse per le espansioni operative del porto, e ne è stata persino ipotizzata la localizzazione dei depositi chimici di società petrolifere. L’interesse per la conservazione e valorizzazione della Centrale, non concerne solo l’assetto architettonico originale, ma anche quello impiantistico, per la qualità e integrità delle macchine e degli impianti, che si sono conservati nella loro completezza. Un ulteriore interesse è rappresentato dalla sua localizzazione in adiacenza alla Lanterna, simbolo della città di Genova.
Per questo l’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI), con Italia Nostra Genova e la Scuola Politecnica dell’Ateneo genovese, ha chiesto alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio della Liguria
- che la struttura venga vincolata nel suo assetto architettonico e impiantistico, e
- che il progetto di riuso ne preveda la conservazione con una destinazione d’uso compatibile e che tenga nella debita considerazione l’intero settore con particolare riguardo per le valenze storico-architettonico-paesaggistiche della Lanterna di Genova.
Nel corso dell’istruttoria della pratica AIPAI, con la Scuola Politecnica dell’Ateneo genovese (DICCA- Dipartimento di Ingegneria Chimica Civile e Ambientale e DIME – Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica, Gestionale e dei Trasporti) ha lavorato in accordo con la Soprintendenza, per produrre, anche con la collaborazione di Enel, la documentazione necessaria.
Se per la conservazione della struttura architettonica non sussistevano particolari problemi, avendo ormai più dei 70 anni richiesti dalla normativa, per quella impiantistica la soluzione era più problematica, poiché gli impianti, dovendosi adeguare alle nuove esigenze produttive e alla nuova normativa, erano stati in parte rinnovati.
Con la collaborazione del DIME è stato possibile individuare le componenti impiantistiche del complesso originario e quelle introdotte in tempi successivi di interesse dal punto di vista didattico, scientifico, nonché qualitativo, e soprattutto significative per la produzione energetica e del funzionamento dell’impianto.
La ricerca puntuale e documentata (*) ha portato, nel gennaio 2019 alla dichiarazione d’interesse culturale del complesso della Centrale termoelettrica del Porto di Genova e delle macchine e impianti destinati a cicli produttivi
per il suo riferimento con la storia della tecnica e dell'industria, rappresentando una rilevante testimonianza del passato industriale della città di Genova, e dunque costituendo un elemento identitario della città
ai sensi dell'art. l0 comma I e comma 3lettera d) del D. Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 e s.m.i.
Si apre ora la discussione sul suo destino.
La sua collocazione, in posizione strategica nel porto di Genova, dove la carenza di spazi liberi è cronica, la rende infatti di particolare interesse per gli operatori portuali; parallelamente la sua posizione, in adiacenza alla Lanterna, costituisce un incentivo a un suo uso urbano e una riappropriazione da parte della città.
La conservazione di una parte degli impianti costituirà in ogni caso, come testimoniano le più recenti riqualificazioni di strutture analoghe, un valore aggiunto al progetto di riconversione e valorizzazione dell’area.
(*) effettuata a cura di AIPAI e dell’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica (Prof arch Sara De Maestri, Prof ing Pietro Giribone, Prof ing Pietro Zunino, con la collaborazione dell’ing Giacomo Fui)
Comments